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Sintesi
Tesina sul 1800


Tesina di terza media sul 1800 che descrive quest'epoca attaverso un percorso di studi multidisciplinare. Gli argomenti trattati sono i seguenti: il contesto storico nel 1800, il verismo musicale, Giacomo Puccini, le opere scritte da Giacomo Puccini e brevi cenni sulla sua vita, l'impressionismo, Giovanni Verga e il suo pensiero, la Prima guerra mondiale come guerra di posizione, la fine della Prima guerra mondiale e la stipulazione dei Trattati di pace.
Estratto del documento

Il contesto storico:

Alla fine dell’ Ottocento, l’ Europa sembrava aver trovato un equilibrio interno

e vive un’epoca di benessere e di pace.

In realtà, si tratta di una pace fragile, perché le potenze europee sono in lotta per

la conquista di imperi coloniali e di risorse energetiche in Africa e in Asia.

Le tensioni culmineranno all’ inizio del Novecento con lo scoppio della prima

guerra mondiale, che darà il via a una nuova epoca di gravi sconvolgimenti.

Infatti alla prima guerra mondiale seguiranno la rivoluzione russa, il periodo

fascista italiano, la crisi economica statunitense, ecc.

Il Verismo musicale:

Ed è in questo clima storico, tra fine Ottocento e inizio

Novecento, che alcuni musicisti sentono il bisogno di

stabilire un rapporto diretto con la realtà che li circonda.

Nasce cosí il movimento musicale verista che, come del

resto quello letterario, fiorisce in Italia.

I musicisti di quest’epoca, tendono cosi ad occuparsi

soprattutto di melodrammi e opere liriche, nelle quali

rappresentano vicende drammatiche, amori

appassionati, delitti e tradimenti terribili, emozioni Giacomo Puccini (1858-1924)

immediate e violente.

La vita e le opere di Puccini: 3

Uno dei più importanti esponenti del verismo musicale è Giacomo Puccini.

La personalità di questo musicista è però molto complessa e non può essere

ricondotta interamente al verismo: in alcune opere, come la Tosca è evidente

l’influenza di questa corrente musicale, in altre, come la Bohème, il tragico e il

comico si mescolano.

Il 22 dicembre 1858 Giacomo Puccini nasce a Lucca, quinto di nove figli e ultimo

discendente di una singolare dinastia che per un secolo e mezzo aveva dominato

la vita musicale lucchese.

A nove anni entrò in seminario e iniziò a suonare l’organo nella cattedrale di

Lucca.

Alla fine del 1880, dopo aver ottenuto il diploma all’ Istituto Musicale Pacini di

Lucca, prosegui gli studi al conservatorio di Milano, dove fu allievo di Bazzini e

Ponchielli.

Con l’opera “Manon Lescaut” arrivarono la fama ed il successo. Puccini aveva

35 anni. Si stabilí quindi a Torre del Lago con Elvira e i l figlio Antonio.

Qui compone gran parte delle sue opere, quali la “Bohème”, la “Tosca”, e

“Madama Butterfly”.

Seguono 6 anni di pausa. Da questo

momento in poi Puccini è famoso in tutto il

mondo e compie numerosi viaggi per

assistere alla presentazione delle sue opere;

per esempio “La fanciulla del west”, “La

rondine”, “Il Trittico”, fino all’ultima grande

opera a cui Puccini lavorò con impegno,

sebbene gravemente malato, ma che non

riuscì a terminare.

“Turandot”, infatti, venne completata da

Franco Alfano nel 1925 sulla base degli

appunti lasciati da Puccini.

Si sottopose ad un intervento per un cancro

alla gola a Bruxelles e morí pochi giorni

dopo, il 29 novembre 1924.

Locandina di “Turandot”, l’ultima opera di Puccini

Il Trittico:

Di tutto il vasto repertorio di Puccini, voglio soffermarmi a parlare di

quest’opera. 4

Il Trittico è un melodramma che è stato composto dal famoso musicista nel 1918,

ed è la penultima sua opera.

Questa composizione lirica è formata da tre vicende differenti e non collegate tra

loro: “Il Tabarro”, “Suor Angelica” e “Gianni Schicchi”.

Di queste tre composizioni concentriamoci ora su “Suor Angelica”.

La vicenda è ambientata in un monastero verso la fine del 1600.

Suor Angelica si trova in convento da ormai 7 anni, non per scelta, ma per

volontà della sua nobile famiglia.

La causa di tutto ciò è l’esistenza di un bambino che suor Angelica ha avuto da

un’illecita relazione.

Grande emozione le provoca la visita della zia principessa venuta per farle

firmare un atto di ripartizione del patrimonio familiare, in modo che tutta

l’eredità di suor Angelica andasse a sua sorella Anna Viola, che doveva sposarsi.

Durante la conversazione la zia le annuncia freddamente che il bambino è morto

da ormai 3 anni, consumato una grave malattia. Suor Angelica piange straziata e

sviene.

Il pianto di Angelica continua anche dopo che la zia, ottenuta la firma, si

allontana.

Nel suo animo si fa strada l’idea folle e disperata di raggiungere il bambino nella

morte, per unirsi a lui per sempre.

E’ scesa intanto la notte e suor Angelica, non vista, si reca nell’orto del

monastero: raccoglie alcune erbe velenose e con esse prepara una bevanda

mortale.

D’improvviso, conscia di essere caduta in peccato mortale, si rivolge alla Vergine

chiedendole un segno di grazia.

E avviene il miracolo: la Madonna appare sulla soglia della chiesetta e, con gesto

materno, spinge il bambino fra le braccia protese della morente.

Locandina de “Il Trittico”,opera di cui

fa parte “Suor Angelica”

Il melodramma: 5

L’opera da me sopra citata, Suor Angelica, fa parte di un melodramma.

Ma che cos’è e da dove trae le sue origini questa forma musicale?

Il melodramma è un genere musicale che si afferma nei primi anni del 1600.

La parola melodramma è composta da due termini greci: “melos”, che significa

“musica”, e “dramma”, che significa “azione scenica”.

Il melodramma è quindi una rappresentazione teatrale in cui l’azione è espressa

attraverso la musica e il canto.

Quando gli uomini del Rinascimento diedero vita alle prime forme di

melodramma, intendevano imitare la tragedia greca, che ritenevano un’opera

d’arte totale, in cui si fondevano azione drammatica, canto e danza.

Caratteristiche del melodramma sono la corrispondenza fra musica e testo

cantato e l’affermazione della monodia: il cantante ha una parte molto

importante e gli strumenti hanno soprattutto una funzione di

accompagnamento.

Il melodramma è composto da alcuni elementi principali, come il “recitativo” e il

“libretto”.

Il recitativo è uno stile di canto (detto anche “recitar cantando”) che riproduce

in musica la lingua parlata; possiede perciò un ritmo modellato su quello della

parola.

Nel melodramma, il recitativo è il momento in cui si svolge l’azione e può essere

“semplice” (o “secco”), se accompagnato dal solo basso continuo, oppure

“accompagnato” (o “obbligato”), se sostenuto da diversi strumenti o dall’intera

orchestra.

Il libretto, invece, è il testo poetico del melodramma scritto da un poeta in

funzione della musica. In alcuni casi, è accaduto che sia stato il musicista stesso

a lavorare sul libretto per musicarlo.

Il primo melodramma che la storia ricordi è “L’Euridice”, commissionato nel

1600 a Jacopo Peri, dal granduca di Toscana per le sue nozze.

L’ambiente sociale in cui si affermò il melodramma fu infatti quello delle grandi

corti aristocratiche dell’Italia centro-settentrionale.

A partire dal 1637, con l’inaugurazione del primo teatro pubblico, il San

Cassiano di Venezia, la messa in scena dei melodrammi non avvenne più soltanto

nelle corti, ma anche nei vari teatri pubblici, con entrata a pagamento, che

stavano nascendo in varie città. Curiosità:

Iter dell’opera lirica: (come nasce un’ opera lirica)

1) Committente dell’opera: colui che propone di fare un’opera per un’occasione

specifica;

2) Librettista: colui che scrive la trama; 6

3) Compositore: colui che compone le musiche;

4) Impresario teatrale: colui che finanzia l’opera;

5) Direttore d’orchestra;

6) Orchestrali: i musicisti;

7) Cantanti solisti: (che si dividono in ruoli principali e comprimari);

8) Coro;

9) Ballerini;

10) Comparse;

11) Scenografo;

12) Regista;

13) Truccatori;

14) Parrucchieri;

15) Sarti;

16) Macchinisti;

17) Suggeritore;

18) Maestro del coro; 7

Schema che sintetizza i generi musicali del Novecento:

impressionismo verismo avanguardie

musicali

Massimi esponenti: Massimi esponenti:

- Debussy (“La cattedrale sommersa”); - Puccini (“Manon Lescaut”, “Bohème”, Massimi esponenti:

- Ravel (“Bolero”); “Trittico”, “Madama Butterfly”, “Tosca”, “Turandot”); - Schönberg (“Pierrot

Caratteristiche del genere musicale: Caratteristiche del genere musicale: Lunaire”);

- Gli impressionisti non vogliono rappresentare - I veristi si dedicano al melodramma. Caratteristiche del genere musicale:

la realtà in modo oggettivo, ma vogliono trasmettere Rappresentano vicende drammatiche e Le avanguardie musicali sono 4:

all’ascoltatore solo delle impressioni, delle emozioni realistiche, amori appassionati, delitti e - genere atonale (senza tonalità);

vaghe, indefinite, suggestive. tradimenti terribili, emozioni violente. - genere politonale (con molte tonalità);

- genere puntillista (genere che usa i

suoni in modo staccato, come fossero

isolati, come dei puntini di suono);

neoclassicismo - genere dodecafonico (un sistema che

etnomusicologia utilizza i 12 suoni della “scala

cromatica”, cioè la scala che utilizza

tutti semitoni);

Massimi esponenti:

- Stravinskij (“Pulcinella”, “La sagra della Massimi esponenti:

Primavera”); - Orff (“Carmina Burana”);

- Briten (“Guida del giovane all’orchestra”); - Bartok (“Danze popolari rumene”);

- Prokofiev (“Pierino e il lupo”); Caratteristiche del genere musicale:

Caratteristiche del genere musicale: - L’etnomusicologia è la scienza che studia

- I compositori si ispirano per la loro musica le tradizioni musicali (canti e danze) del popolo .

ai grandi autori classici del 1700 (es. Mozart).

Le origini del Verismo:

Il verismo ha le sue radici nel Positivismo e nel Naturalismo.

Il Positivismo, il cui nome deriva dall’aggettivo “positivo”, è un movimento

filosofico; i positivisti affermano che la ricerca della verità deve essere condotta

col metodo scientifico – sperimentale.

Essi credono che sia possibile individuare non solo le leggi scientifiche che

riguardano i fenomeni fisici e naturali, ma anche quelle che riguardano il

comportamento dell’uomo e la struttura della società.

Da ciò deriva il loro ottimismo: la scienza potrà garantire il progresso

dell’umanità sia in campo economico che culturale e sociale.

Il Naturalismo, invece, è una corrente letteraria francese che ha i suoi massimi

rappresentanti in Emile Zola, nei fratelli Goncourt e in Guy de Maupassant.

Gli scrittori naturalisti applicano i principi del Positivismo: il romanzo deve

rappresentare con rigore scientifico tutte le classi sociali, anche quelle più umili.

Il Verismo letterario:

Giovanni Verga, contemporaneo di Giacomo Puccini, aderisce come

quest’ultimo al movimento verista.

Egli però, al contrario di Puccini, fa parte della corrente letteraria e non

musicale di questo movimento.

Il termine “verismo” deriva dalla parola “vero”, ed ha come scopo principale

“l’impersonalità”; gli autori veristi infatti, vogliono rappresentare la realtà,

senza commentarla o interpretarla, cosa che però riuscirà molto difficile, o

addirittura quasi impossibile agli autori che comunque (anche se in modo

indiretto) ci faranno capire qual’ è il loro punto di vista rispetto ai fatti narrati.

Ed è proprio Verga ad essere uno dei massimi esponenti di questa corrente

letteraria.

Le caratteristiche di questa corrente letteraria sono:

- il regionalismo: gli scrittori veristi analizzano e descrivono delle realtà

sociali tipiche di una certa regione italiana, e diverse dalle altre perché

l’unità d’ Italia non si è ancora tradotta in modi di vivere e atteggiamenti

culturali comuni; 10

- il pessimismo: le opere dei veristi esprimono una concezione pessimista

della vita e del destino del popolo ;

- l’impersonalità: gli autori veristi vogliono rappresentare la realtà in modo

oggettivo, senza commentarla o interpretarla;

- il linguaggio: gli scrittori veristi adottano la lingua nazionale, ma nella

struttura delle frasi e nell’uso di alcuni termini imitano i dialetti regionali:

riproducono così il modo di esprimersi della gente semplice, senza far

ricorso ai dialetti.

La vita e le opere di Verga:

Nato nel 1840 a Catania, da una famiglia della piccola

proprietà terriera, Verga rivela fin da piccolo un grande

interesse per la lettura e tra i sedici e i diciassette anni

scrive, senza pubblicarlo, il suo primo romanzo, “Amore e

patria”, ispirato alla rivoluzione americana.

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